Croce processionale

Croce processionale
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Corredo liturgico
Nazione, Regione, Provincia
Italia
Citta'
Celano
Luogo di conservazione
Museo d'Arte Sacra della Marsica
Luogo di collocazione
Sala VI e VII
Materia e tecnica
Argento e smalto
Autore
Ignoto
Datazione
Sec XIV (datata 1334)
Provenienza
Magliano dei Marsi (AQ) - fraz. Rosciolo - Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dimensioni
h. 87 cm, largh. 66 cm
Diritti oggetto digitale
Soprintendenza PSAE - L'Aquila

Descrizione breve

Recto: al centro è Gesù crocifisso su una croce a tronco d'albero, l'albero della vita, un angelo deposita sulla sua testa una corona intrecciata, in alto è la consueta scritta INRI. Nelle formelle terminali dei bracci sono raffigurati in alto San Michele Arcangelo, a destra San Giovanni, in basso il Calvario, a sinistra la Vergine. Nell'incrocio di bracci son quattro elementi smaltati raffiguranti angeli. Verso: al centro è la Madonna in trono che allatta il Bambino, sulla testa è una corona ornata da gigli angioini, in basso, entro un'edicola trilobata, è San Giovanni Battista, nelle formelle terminali dei bracci sono i quattro evangelisti. Nell'incrocio dei bracci son raffigurati due angeli e San Pietro e San Paolo con i loro attributi iconografici. Ai lati del trono della Vergine corrono verticalmente due iscrizioni che recano la data di esecuzione dell'opera e il nome del committente che sicuramente fu un principe Orsini, a sinistra: A/D/M/CCC/XXX/IIII, a destra: DN/S U/RS/PR/EP/OS/IT/FIE/RI FE/CIT/H OP/ (Dominus Ursus fieri fecit hoc opus). In basso sono l'agnello crucigero e tre stemmi degli Orsini. Le costole sono rivestite da lamine d'argento decorate da elementi romboidali racchiudenti motivi floreali, 15 sfere d'argento contornano la croce.

Bibliografia

E. AGOSTINONI, Il Fucino, Bergamo 1908;
A. LIPINSKY, in Napoli nobilissima, 1967;
L. MORTARI, Il tesoro del Duomo di Rieti, 1974;
S. ROMANO, Fatti e personaggi nel Regno di Napoli, in Bollettino d'Arte n°43, 1987.

Commenti

Nel 1904 la croce in seguito ad un terremoto, per motivi di sicurezza, fu trasferita a Roma ed esposta successivamente a Palazzo Venezia, dal 1994 è collocata nel Museo di Celano. L'opera, di notevole valore artistico, può a ragione essere considerata un capolavoro d'arte orafa contraddistinta dalla ricchezza del repertorio figurativo, dal marcato modellato delle figure, dall'elegante lavorazione dell'ornato e dall'alta qualità degli smalti che rivelano influssi della cultura francese e senese. Se la committenza dell'opera è da tutti riconosciuta alla famiglia degli Orsini, discordi rimangono invece le ipotesi sulla sua provenienza non confermata dalla presenza di bolli. La matrice sulmonese, sostenuta dal Piccirilli e dalla Mortari, è stata messa in discussione dal Lipinsky che attribuisce la croce all'arte orafa napoletana legata alla committenza della corte angioina, il riferimento più diretto è evidente nei gigli che decorano la corona della Vergine. Notevoli sono i raffronti stilistici con la croce proveniente dalla chiesa di Santa Croce di Borbona esposta nel Museo del Duomo di Rieti.